Il futuro rappresenta tutto ciò che è incerto, è fatto di interrogativi e di incertezze, è assoluta imprevedibilità. Nessuno può sapere cosa accadrà tra un mese o un giorno o un’ora: il futuro potrebbe cambiare i propri programmi da un minuto all’altro. E’ proprio questo aspetto che lo rende così crudele: può dare speranza o spaventare a morte, portare felicità o completa delusione. Allora aveva forse ragione Orazio quando diceva “carpe diem”ovvero cogliere l’attimo, vivere alla giornata e non curarsi di ciò che riserverà il futuro?
Al giorno d’oggi sono i giovani il centro di questa tematica che sta diventando progressivamente sempre più soffocante. Le nuove generazioni, infatti, sono state allevate con biberon di latte e pressione per l’avvenire. La preoccupazione per il futuro, soprattutto dal punto di vista lavorativo e specialmente in Italia, è un argomento che viene quotidianamente sbattuto in faccia ai ragazzi da genitori, nonni e anche professori. Ma sarà davvero utile tutto questo stress? Non sarebbe più opportuno e anche più funzionale rivolgersi ai giovani come fa Rita Levi Montalcini quando dice con il tono saggio e rassicurante di chi sa com’è che funziona la vita: “Non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate tante e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.”
E’ proprio a causa di questa forte mancanza di certezze e rassicurazioni che i giovani d’oggi tendono ad assumere un atteggiamento indifferente e noncurante nei confronti di ciò che li aspetta ed è invece un dovere di chiunque li accompagni nel corso della loro crescita far comprendere che sono loro gli artefici del proprio destino, sono loro a dover prendere in mano la loro vita, a mettersi in gioco, perché è vero che quando si gioca a dadi con il futuro la posta è alta, ma se si è sicuri di sé e non si è timorosi magari si vince anche!