Tutto nacque da un’iniziativa di un mio amico che mi propose di andare allo stadio a vedere la Roma, io immaginai che non fosse fattibile, perché pensavo che fosse molto lontano da casa mia, dalla mia zona. Tutt’altro, era soltanto un autobus, il 69, anche se erano tantissime fermate…
Era il 5 gennaio 2020 e faceva un freddo clamoroso, ma niente avrebbe potuto fermarmi, tantomeno il tempo, per vedere per la prima volta la mia squadra del cuore dal vivo! Quindi con sciarpa, guanti, cappello e due felpe decisi di andare allo stadio, una volta entrati ci aspettava una scalinata grigia molto alta ed all’ inizio di questa solo il cielo. Feci questa scala passo passo, un passo alla volta, le gambe mi tremavano, ovviamente non per il freddo, bensì per l’emozione…
Arrivato in cima di questa scala la vista fu mozzafiato, il campo era gigantesco, tutto quel verde era fantastico, i giocatori si stavano allenando, fu un’emozione incredibile vedere tutto dal vivo: i giocatori, i tifosi in curva, l’allenatore, il campo, tutto quanto. La partita purtroppo andò male, anche se con tutto il rispetto era un avversario abbordabile, il Torino.
Ma nonostante questo la prima volta allo stadio fu bellissima, tralasciando la sconfitta io mi innamorai di quel posto, e pensare che quella meraviglia me l’ero persa per un sacco di anni. I miei genitori non mi ci avevano mai portato ed io ci sono dovuto andare con un amico a 15 anni. Penso che ad oggi tutti i ragazzi tifosi della mia età sono stati la prima volta allo stadio forse a 7 anni? Io al loro doppio, perché purtroppo non ho avuto un padre che coltivava questa passione. Sono andato altre due volte, l’ultima contro il lecce vincemmo 4 a 0, il 23 febbraio. Fu l’ultima partita che la Roma giocò in casa con i tifosi, io non potevo mancare e infatti non lo feci, fatto sta che se non fosse per il covid sarei stato allo Stadio Olimpico ogni domenica, a sostenere la mia squadra, la mia Roma. Dopo tutti questi anni di assenza menomale che ci venne in mente.
Vorrei concludere con un pensiero che condivido completamente, espresso tempo fa da un filosofo francese di nome Albert Camus:
Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio.